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Nelle prime ore del 23 aprile 1945 alle porte di Finale Emilia – in particolare nella zona tra la Crocetta e Campodoso - si combatté l’ultima battaglia italiana della Seconda Guerra Mondiale. Le truppe tedesche, in ripiegamento e alla ricerca di una via di fuga, si erano addossate all’argine destro del Panaro, incalzate dalla 6a Divisione Corazzata.

La popolazione finalese passò la notte tra il 22 e il 23 aprile rinchiusa nelle proprie abitazioni o nei rifugi, ascoltando i boati che arrivano da oltre argine con la speranza che tutto potesse presto finire.

Fu solo con le prime luci del giorno che Finale Emilia si accorse di essere tornata una città libera.

La battaglia che, dalle ore serali del giorno precedente, era infuriata appena di là dal ponte sul Panaro – fatto saltare nella notte dai tedeschi per ritardare l'arrivo delle truppe alleate - si era ormai spenta e i militari che erano sopravvissuti cercavano la salvezza in una rocambolesca fuga verso il fiume Po.

Fu intorno alle 14.00 che fecero il loro ingresso a Finale i partigiani e verso le 19.00 arrivarono anche le prime pattuglie alleate provenienti, da un lato, da Massa Finalese e, dall'altro, dalle strade per Cento e per Ferrara, dopo che i genieri avevano provveduto alla costruzione di un ponte Bailey a lato di quello distrutto.

Nei pressi del Seminario, in piazza Don Bosco, dove oggi una stele ricorda l'evento, la 5 a armata Americana e l'8a Britannica si erano ricongiunte per continuare l'inseguimento di ciò che restava dell'esercito tedesco ormai allo sbando.

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Ultimo aggiornamento: 23-04-2024, 12:04