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Le truppe tedesche, in ripiegamento e alla ricerca di una via di fuga, sono addossate all’argine destro del Panaro, incalzate dalla 6a Divisione Corazzata. Una notte spaventosa che trascorre, per i finalesi, rinchiusi all’interno delle proprie abitazioni o riparati nei rifugi, ascoltando i boati che arrivano da oltre argine con la speranza che tutto possa presto finire. È solo con le prime luci del giorno che Finale Emilia si accorge di essere tornata una città libera. La battaglia che, dalle ore serali del giorno precedente, è infuriata appena di là dal ponte sul Panaro – fatto saltare nella notte dai tedeschi per ritardare l'arrivo delle truppe alleate - si è ormai spenta e i militari che sono sopravvissuti sono ormai allo sbando, in fuga disperata verso il grande fiume Po, dove molti di loro perderanno comunque la vita nel vano tentativo di attraversarlo.
La popolazione esce dalle case e dai rifugi e, intorno alle 14.00, fanno il loro ingresso a Finale i partigiani che catturano gli ultimi nemici ancora presenti in paese. Intorno alle 19.00 arrivano anche le prime pattuglie alleate provenienti, da un lato, da Massa Finalese e, dall'altro, dalle strade per Cento e per Ferrara, dopo che i genieri avevano provveduto alla costruzione di un ponte Bailey a lato di quello distrutto, per consentire al grosso degli anglo americani, le cui armate (la 5a Americana e l'8a Britannica) si erano ricongiunte in piazza Don Bosco (dove oggi una stele ricorda l'evento), per continuare l'inseguimento di ciò che restava dell'esercito tedesco in fuga.

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Ultimo aggiornamento: 14-09-2023, 17:09